Uno degli errori che si commette più frequentemente nel riconoscimento delle aloe è quello di credere di poterle individuarle da piccine. Molte aloe nei primi anni di vita sono assolutamente simili (ad es. le aloe dichotoma, pillansi e ramosissima o il gruppo striata, karasbergensis e reynoldsii), per alcune bisogna addirittura aspettarne la fioritura per aver la certezza del riconoscimento (in questo caso mi riferisco alle aloe ferox, marlothii e, parzialmente, alla A. aculeata)
Le aloe del titolo fanno parte di un gruppo di piante che si possono trovare piuttosto facilmente in vendita in tutte le fiere. Molte volte con i cartellini sbagliati: proviamo a fare chiarezza.
Aloe juvenna, descritta da Brandham & S. Carter nel 1979, è originaria del Kenia. Le piante in vendita si presentano piccole, con le foglioline triangolari appressate una all’altra. In natura forma dei bei cespuglietti, con i rami cilindrici, che sembrano ricordare il portamento di certe haworthia (es. coarctata, glauca, nigra o reinwardtii). Cresce lentamente e fiorisce raramente con dei fiori rosso chiaro esageratamente grandi rispetto alla pianta.
Aloe squarrosa, descritta nel lontano 1883 da Baker, è originaria dell’isola di Socotra. Anche in questo caso le piante in commercio si presentano piuttosto piccole e cosi simili alla A. juvenna da poter trarre in errore un acquirente. Ma se ben coltivata, dopo poco tempo inizia a differenziarsi da questa, allungando e curvando all’ infuori le foglie (di colore verde chiaro). L’aspetto della pianta adulta è un cespuglietto. Ancora, però, se non coltivata in modo ottimale, potrebbe confondersi a prima vista con la A. juvenna.
Un poco più travagliata è la storia di Aloe zanzibarica, descritta da Baker nel 1898 (Aloe concinna – nom.ill.) e successivamente ricatalogata come A. zanzibarica da Milne-Redheat nel 1947, fu scoperta nell’isola di Zanzibar e inviata presso i Kew Garden per la descrizione ufficiale. Il materiale “tipo” della A. zanzibarica successivamente, è risultato simile a quello della A. squarrosa e di questa ne è divenuta sinonimo. Una piccola diversita, però, l’ho riscontrata nella colorazione delle foglie che sono glauche e non verdi. Il colore dei fiori è, sia per la A. squarrosa che per la A. zanzibarica, rosa.
(una aloe azzurra e rosa!)
Come si possono riconoscere, allora, piante cosi simili tra loro, senza aspettare molti anni e, oserei dire, con una buona possibilità di successo?
Toccandole!
Non sto qui a evidenziare l’importanza che ha il creare (anche) un contatto “fisico” con le nostre amate cicciottelle e con tutte le piante e la natura più in generale, ma in questo caso, ossia ai fini del riconoscimento delle due aloe, juvenna e squarrosa, accarezzare dal basso verso l’alto le foglie lungo il fusto farà la differenza.
Mentre la pagina inferiore delle foglie di A. juvenna è ruvida e pungente a causa delle molte, piccole, spine che originano dagli spot bianchi, il dorso delle foglie della A. squarrosa è liscio. E il gioco è fatto! (oppure aspettate e coltivate bene!).
Carlo.