La rivista "lussuosa" ha un suo scopo: attrarre lettori, anche dell'estero,(non dimentichiamo che inglesi, americani e tedeschi hanno già delle ottime riviste) e, soprattutto, attrarre autori. Autori importanti hanno fatto a gara a scrivere per noi e i loro articoli sono diventati, nel tempo, sempre più riccamente illustrati, oltre che, ovviamente, sempre più interessanti. La rivista "lussuosa" non costa molto di più di una di piccolo formato, parlo di spese tipografiche. Costa certamente di più la sua impaginazione e, visto che la nostra è bilingue, ci costa la traduzione degli articoli. Per continuare a fare quello che stiamo facendo, due numeri con lo stesso numero di pagine dei vecchi quattro (e, a volte, pure con qualche pagina in più), occorrono minimo 400 soci. Quest'anno siamo a 307 e il prossimo anno? Siamo tutti vecchietti, mancano i giovani.
L'AIAS è più o meno nelle nostre stesse condizioni. Ci siamo confrontati con loro diverse volte, anche in occasione del nostro ultimo incontro annuale. Il punto è: unirci per fare cosa? Noi vogliamo una rivista come la nostra, loro una rivista come la loro. E le differenze non sono poche, non è solo la veste grafica.
Per giunta, molti soci sono già in comune, ragion per cui, dal punto di vista "economico" poco ne verrebbe.
Quello che manca è l'interesse, questo è il guaio. O, forse, non c'è più la voglia di "pagare" la cultura. Tanto c'è internet, che è gratis. Peccato che l'web non è
sempre cultura, spesso è scemenza pura.
Prendiamo le due pubblicazioni sulle nostre succulente: Sedum, il libro di Afferni ha venduto 130 copie. Sempervivum & Jovibarba è stato scaricato da 1500 persone.
L'e-book è più interessante di quello cartaceo? Nient'affatto. Solamente uno è gratis e l'altro no. Tra l'altro, io dubito seriamente che il mio sia stato davvero letto da tutti coloro che lo hanno scaricato.
Mariangela