Cactus già disidratati, cosa fare?

Discussione su rinvasi, terricci, innaffiature etc...

Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda giovangi » 20/11/2012, 17:46

Li guardo da un po' sperando che vadano in riposo e la disidratazione si arresti, e mentre mi rendo conto che avrei dovuto "dargli da bere" un po' più a lungo, le condizioni diventano sempre meno giuste per poterlo fare :?

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echinocereus.JPG
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda overshot » 20/11/2012, 18:05

Ti premetto che non sono un grande esperto di inverni rigidi perchè sono a Napoli.. :) ..però leggo che tu sei a Roma quindi anche i tuoi inverni non sono proibitivi..in questi casi io tengo d'occhio le previsioni meteo, appena sono previsti 3/4 giorni con minime non molto basse un pò d'acqua la do senza problemi.. 8)
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda urby » 20/11/2012, 18:40

Concordo e aggiungerei anche spruzzature frequenti
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Tom » 20/11/2012, 19:22

Vogliate credermi, più passa il tempo e meno ci capisco.... :(
Io vivo a Palermo, sino ad una settimana fà stavamo su circa 25 °C, oggi circa 18 °C, la notte più fredda è stata a 14 °C, ho sospeso le irrigazioni intorno al 20 di Ottobre salvo che per le Ascle che continuano a fiorire e che continuo a bagnare molto moderatamente, possiedo circa 1.200 esemplari che stanno in terrazzo ben ventilato ma riparati dalla pioggia.
Per occupare il tempo libero ho iniziato i rinvasi anticipatamente, non ho timori di far danni dato che non disturbo il pane radicale che mi vien fuori assolutamente asciutto.
Ho spesso detto che il mio substrato - proprio perchè convinto che pomice e lapillo trattengano troppa acqua - è costituito per il 25-30% da torba acida o terriccio per acidofile, dal 35% circa da lapillo misto a poca pomice e per il restante 35% da polistirolo espanso grattugiato che non trattiene una goccia d'acqua.
Io non riscontro alcun segno di disidratazione su nessun esemplare, neanche nei piccoli vasetti da 8, a questo punto per me è mistero :?
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda giovangi » 20/11/2012, 20:00

Overshot e Urby grazie delle risposte, non so bene come interpretare i 10-11 gradi di minima che ci sono ora a Roma.

Tom grazie anche a te, forse é il caso di dire che le piante probabilmente non hanno troppe radici, le ho rinvasate in estate. L'Echinocereus si è comunque regolarmente rigonfiato a ogni bagnatura. Il Gymno lo avevo spollonato prima di rinvasarlo e un certo restringimento alla base già lo aveva ma ultimamente sembra molto aumentato. L'Eriosyce l'ho rinvasato per ultimo perchè già non mi sembrava che assorbisse acqua regolarmente e in effetti le radici non erano proprio in salute ma non ne ho compreso il motivo, forse dovrei metterlo in posizione meno assolata?
In effetti tutte le altre piante (anche quelle rinvasate altrettanto tardi) sono ancora abbastanza gonfie.

Ma se portassi l'Eriosyce in casa (dove la temperatura è vicina alle massime fuori) per il tempo di annaffiarlo e farlo asciugare farei solo peggio? Mi sa di sì.

Ora sono sicuro che potrebbe intervenire qualcuno e dirmi di lasciarle in pace e non guardarle :lol:
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Agatha » 20/11/2012, 21:36

Seguirò anche questo post, tanto per incasinarmi meglio la vita :lol:

A parte gli scherzi, solo un Gimno monvillei vedo un po' ritirato, ma non sapevo che si potesse spruzzare,
forse ci sono varie teorie in merito, non saprei... :roll:
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda ilga » 21/11/2012, 0:29

Mi è capitato qualcosa di simile anni fa con uno schikendanzii. Allora Gymno mi consigliò di svasarlo, mettere le radici in un bicchiere con acqua (io ho fatto in modo che il "corpo" della pianta non venisse a contatto), lasciarlo per un tempo variabile da alcune ore a 24 a secondo del grado di disidratazione; a seguire all'aria per il tempo necessario a far asciugare il tutto per bene, quindi rinvaso in composta asciutta. E' stata una cura d'urto ed ha funzionato perfettamente, si è ripreso alla grande.
:)
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda overshot » 21/11/2012, 7:43

giovangi ha scritto:Overshot e Urby grazie delle risposte, non so bene come interpretare i 10-11 gradi di minima che ci sono ora a Roma.

Si per me quelle minime sono ok.. :wink: ..se persistono ancora per qualche giorno io un pò d'acqua la darei..magari approfitta di una giornata con un pò di sole e innaffia la mattina.. :)
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda cmr » 21/11/2012, 9:56

Ma se portassi l'Eriosyce in casa (dove la temperatura è vicina alle massime fuori) per il tempo di annaffiarlo e farlo asciugare farei solo peggio? Mi sa di sì.

Ragioniamo: se porti qualunque pianta dentro casa, a 18-20 gradi, e la bagni, quella riparte perche pensa che la bella stagione ancora non è finita. Dai alla pianta il tempo di pensare questo e la risbatti a 8-10 gradi.
Ringrazia Dio che non capisci il linguaggio delle piante, perche le parolacce al tuo indirizzo, farebbero arrossire uno scaricatore di porto!!!
Lascia tutto così e non farti intenerire da qualche (comunque affascinante) grinzetta :)
Carlo.
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda nicor11 » 21/11/2012, 11:03

Io li lascerei così sopratutto l'Echinocereus e l'Eriosyce che son abituati a casa loro a ben più di un mese di secco...
Saluti
NiCoLa
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda marco58 » 21/11/2012, 18:12

nicor11 ha scritto:Io li lascerei così sopratutto l'Echinocereus e l'Eriosyce che son abituati a casa loro a ben più di un mese di secco...


cmr ha scritto:Lascia tutto così e non farti intenerire da qualche (comunque affascinante) grinzetta


Caro Giovanni sono totalmente d'accordo con Carlo e Nicor......e poi coltiviamo le succulente perchè ci affascina la loro particolare capacità di vivere in ambienti ostili, impossibili per altre piante, e appena ci mostrano piccoli segni degli adattamenti per sopravvivere, ci preoccupiamo..........

Ciao
Marco
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda giovangi » 21/11/2012, 18:35

Un sentito grazie a tutti per le risposte :)
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda bruno » 21/11/2012, 20:58

Dice un vecchio saggio con la barba bianca che conosci bene:
1. Il primo motivo per cui muoiono le piante grasse sono le nostre cure eccessive
2. Il secondo é troppa acqua
3. Nel dubbio, non bagnare
Da anni seguo i suoi consigli con grande beneficio :)
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Rachele » 22/11/2012, 11:47

Quoto assolutamente tutti quelli che ti consigliano di non bagnare , e ti lascio con un quisito :
quante piante hai fatto morire di sete ???

PS : Ho sempre sospeso le annaffiature a fine settembre .
Da qualche anno l'estate è + lunga e gli autunni sono molto miti da me , e soprattutto secchi .
X cui da fine settembre mi sono spostata a metà-fine ottobre , sfruttando x lo più l'umidità ambientale .
Magari l'anno prox smetti di bagnare + tardi .
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda giovangi » 22/11/2012, 12:04

Ma almeno posso guardarle ogni tanto o devo proprio lasciarle in pace? :lol:

Grazie anche a voi. E forse sarà la suggestione di queste ultime risposte, ma mi pare si siano stabilizzate :)
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Lele » 22/11/2012, 20:49

Rachele ha scritto: e ti lascio con un quisito :
quante piante hai fatto morire di sete ???



Io ancora nessuna. Ma sò che in habitat ci son popolazioni di copiapoe che stanno morendo disidratate.... dopo anni senza pioggia!
Personalmente, ho smesso di dargli da bere, e non gli darò altra acqua nemmeno se me lo chiedono. Al massimo massimo continuo a bagnare, poco, le wintergrowers.
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Rachele » 23/11/2012, 13:26

Ciao Lele , anch'io ho sentito questa storia delle copiapoa morte in habitat xchè non piove da anni .
Del resto il mondo sta cambiando ...x non dire sta morendo ...e lo abbiamo ammazzato noi !
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Lele » 23/11/2012, 15:52

Rachele ha scritto:Ciao Lele , anch'io ho sentito questa storia delle copiapoa morte in habitat xchè non piove da anni .
Del resto il mondo sta cambiando ...x non dire sta morendo ...e lo abbiamo ammazzato noi !

In questo caso, oltre che alla teoria del cambio climatico, c'è anche la possibilità che siano le Ande che alzandosi sempre più, stanno rendendo la zona sempre più arida ostacolando le correnti umide.
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Rachele » 23/11/2012, 16:52

Allora possiamo sperare in qualche nuova copiapoa ancora + resistente alla siccità :mrgreen: !...Magari ... :roll:
Una fonte , che non so quanto sia attendibile , mi dice che è la griseoviolacea ad essersi quasi estinta a causa della prolungata siccità :shock: :? Vi risulta ???
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Mariangela » 23/11/2012, 17:06

Mi pare stiate un filino esagerando. Succede che le stagioni non siano sempre uguali. Prendiamo l'estate del 2003 è stata così asciutta e secca che in montagna sono morti anche dei Sempervivum. A questa estate siccitosa sono però seguite estati umide e quasi fredde. Quindi tutto è tornato normale.
Ad Atacama, capita, e da molto, che ci siano anni senza pioggia.
Davvero si sono estinte delle Copiapoa? Io stendo a crederlo. Qualche popolazione avrà sofferto, qualche esemplare sarà morto, ma non credo nulla di più.
Magari si sono estinte perchè è passato il "rapinatore" di turno. :wink: :evil:
Marco Giani, che ci dici? Marco conosce benissimo Atacama.

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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda cmr » 23/11/2012, 19:24

Calma ragazzi, non prendiamoci responsabilità che non ci competono.

la possibilità che siano le Ande che alzandosi sempre più, stanno rendendo la zona sempre più arida ostacolando le correnti umide.

In Cile l’umidità arriva dal Pacifico, quindi seppure le Ande dovessero alzarsi di 10-20-30 centimetri non sarebbe un gran problema per le copiapoa: la nebbia che si forma per il contrasto tra il caldo del deserto e il freddo delle correnti marine continuerebbe per qualche altro secolo a bagnare quel paradiso!

anch'io ho sentito questa storia delle copiapoa morte in habitat xchè non piove da anni .
Del resto il mondo sta cambiando ...x non dire sta morendo ...e lo abbiamo ammazzato noi !

Se il deserto di Atacama viene considerato da sempre il luogo più arido del pianeta, la morte delle copiapoa disidratate non è colpa dei cambiamenti climatici: non potevano decidere di crescere, che so, dalle mie parti... :mrgreen:

Comunque, possiamo sempre sperare in un ripetersi del famoso fenomeno del "Niño": ci sono state fioriture spettacolari ad Atacama :P !!!
Carlo.
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Lele » 23/11/2012, 22:31

Quello che ho letto io, stava sul libro di Charles Graham. E ha notato zone senza piante giovani, esemplari grossissimi ormai secchi e nessun rimasuglio di fiore o frutto. Le popolazioni più a nord, tra l'altro, dove le nebbie son più rade e il clima è ancor più arido.
In altre zone stanno retrocedendo alcune specie, facendo rimanere quelle con una radice a fittone, che può accumulare più acqua.
Però, oltre quanto letto su quel libro, altro non sò!
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda marcogiani » 24/11/2012, 1:25

cara Mariangela, non credo che si stia esagerando... purtroppo.
è vero che le stagioni non sono sempre uguali, ma è anche vero che alcune popolazioni di alcune cactacee nel nord del Cile sono già scomparse. Raquel Pinto nel suo bellissimo "Cactacee del extremo Norte de Chile" testimonia la scomparsa di Islaya krainziana dalle dune sabbiose di Poconchile, all'interno di Arica, dove Ritter l’aveva trovata viva, dichiarandola estinta nel territorio cileno, ed anche che il bosco di Eulychnia iquiquensis citato da Ritter sui monti sovrastanti la città di Iquique negli anni ’50-‘60 è ridotto a pochi resti di esemplari morti, e sono passati solo 50 anni.
personalmente ho potuto constatare già nel 1997 e 2007 che tra le migliaia o milioni di esemplari di E. iquiquensis visibili sui monti costieri tra Tocopilla ed Antofagasta non si vede segno di vita, e solo la lenta decomposizione dà l’illusione che le montagne siano ancora ricoperte di piante.
a Tocopilla delle pochissime piante di Copiapoa tocopillana ed Eriosyce recondita che sono riuscito a trovare, più della metà erano morte. non l’ho vista, ma la popolazione di Copiapoa solaris a nord di Antofagasta documentata da Rudolf Schulz in mezzo all’immondizia ed a movimenti di terra, è ridotta allo stato fossile.
i problemi seri secondo me sono limitati alle zone costiere a nord di Antofagasta, mentre verso sud sono preoccupanti solo in alcune zone, e non a causa dei “rapinatori”. non è il caso della C. griseoviolacea, che pare sia in buona salute, ma forse lo è per la C. superba, di essere al limite della forza vitale anche per fiorire e produrre semi.
le stagioni non sono sempre uguali, in Cile quelle umide hanno una cadenza grossolanamente di una decina d’anni, ma accade anche che le precipitazioni avvengano a macchia di leopardo e che in certe zone il periodo di siccità viene prolungato anche a 20 anni (e magari si aggiungono le larve o i guanachi che le mangiano in mancanza di altro), a parte alcune zone in cui l’orografia consente un regolare accumulo di umidità. perché le piante siano in salute non è sufficiente la nebbia che può solo mitigare l’aridità, ci vuole un po’ di pioggia.
credo che questi ambienti siano molto a rischio perché per il loro essere estremi, sono in equilibrio molto precario, ed esiste un limite di non ritorno, e dove viene raggiunto le piante non riescono più a crescere e riprodursi, e purtroppo non hanno le gambe per fuggire ed andare a Roma a farsi coccolare da Carlo…
colpa dell’uomo o no, questo succede.

sono andato fuori tema, nelle nostre serre non abbiamo di questi problemi, forse si ho fatto morire qualche pianta di sete, dimenticata da qualche parte o arrostita al sole, o non bagnata al momento giusto.
da alcuni anni ormai non do più annaffiature generalizzate, ma cerco di personalizzarle per i vari generi o anche per le singole specie, secondo esperienze e informazioni sui dati climatici delle zone di provenienza.
so che è un argomento su cui si è già discusso molto, e che le condizioni in cui coltiviamo sono molto diverse da quelle dei luoghi di origine, ma penso che Bruno fa bene a seguire i prudenti consigli del vecchio saggio, che però per me valgono solo in caso di dubbio.
conoscendo le condizioni in cui originariamente vivono, e sono molto diverse da Nord a Sud America, dal mare alle quote elevate, si possono ottimizzare le innaffiature in modo che le piante ricevano acqua solo nei periodi in cui ne hanno effettivamente bisogno, desumibili dai dati climatici che in vari modi possono essere reperiti. a meno che si tratti di piante rustiche, sono da evitare le bagnature nelle loro stagioni asciutte, perché la pianta o non utilizza quell’acqua, oppure ne può soffrire o morire. l’acqua va data sempre con moderazione secondo quale sia la stagione umida, che non è sempre solo quella estiva.
parlando delle piante cilene, che conosco meglio, queste hanno una attività invernale, infatti in habitat le precipitazioni avvengono durante l’inverno, e se non piove anche da anni comunque l’inverno è la stagione più umida. allora, nel mio piccolo deserto di Valpadana, alle piante adulte io do acqua con molta parsimonia, quasi col contagocce, 2-3-4 volte durante autunno e inverno, in giorni non troppo caldi e quanto basta per fare asciugare in pochi giorni. normalmente evito i periodi più freddi, e le piante, soprattutto delle zone costiere, ne godono parecchio, gonfiandosi e non fermando la vegetazione, ma non bisogna esagerare soprattutto quando la luminosità è scarsa per evitare filature.
in primavera, con l’innalzarsi della temperatura, la pianta è pronta a superare l’estate asciutta e impietosa, fino alla prossima acqua autunnale. da quando adotto questo regime sto ricevendo grandi soddisfazioni da Eriosyce, Eulychnia e Copiapoa, sia per l’aspetto che per la salute delle piante e soprattutto non ho più i decessi estivi che seguivano le innaffiature.
altri cactus provenienti da altre zone hanno un comportamento opposto, come ad esempio notoriamente molte messicane.

tutto questo per dire a Giovanni che forse qualche goccia d’acqua all’Eriosyce (paucicostata?) io la darei, per lasciarla raggrinzire in estate, e anche un pochino al Gymno che non deve mai disidratarsi troppo (non conosco di preciso i dati per la specie ma in Argentina le precipitazioni sono sia estive che invernali), e lascerei che l’Echinocereus si disidrati per bene fino alla primavera.

scusatemi per le tante parole…

Marco
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda giovangi » 24/11/2012, 7:55

Marco ti ringrazio per il consiglio, che terrò in considerazione;

e ti ringrazio molto per l'intervento e per "le tante parole" :)
Giovanni.
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda nicor11 » 24/11/2012, 9:28

Grazie mille anche da prte mia per la tua esperienza!!! Una domanda più o meno quando è che smetti di bagnare le piante in primavera? all'inizio oppure quando inizia a fare caldo?
Grazie
Saluti
NiCoLa
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