Cactus già disidratati, cosa fare?

Discussione su rinvasi, terricci, innaffiature etc...

Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Mariangela » 24/11/2012, 10:13

Grazie Marco. Secondo me dovresti intervenire un pò di più (e questo consideralo un rimprovero! :wink: :)). Hai delle cose interessantissime da raccontarci.
Buona giornata

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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda millina » 24/11/2012, 11:06

Interessantissimo intervento grazie Marco come gli altri spero che tu intervenga piu' spesso ciao Milena :)
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Agatha » 24/11/2012, 11:38

Ringraziandoti per l'interessante intervento, mi unisco all'invito di Mariangela,
non mancare troppo :D
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda marcogiani » 24/11/2012, 12:24

grazie per gli apprezzamenti, Giovanni, Nicola, Milena e Agatha, sono lusingato dal rimprovero di Mariangela che conoscendomi sa anche della mia poca costanza e lentezza di pensiero, e della mia difficoltà a trovare momenti di concentrazione convivendo in un piccolo spazio con ben tre donne…
ci ho messo forse vent’anni ad elaborare e sperimentare queste cose, un po’ perché inizialmente condizionato da miti e tabù, e un po’ per la difficoltà a reperire le informazioni climatiche associate alle località, anche queste avvolte da misteri. ora questi dati sono più o meno facilmente disponibili, e sono lì per essere utilizzati, anzi dobbiamo utilizzarli. perché non associare agli articoli della nostra bella rivista che trattano di piante in habitat, un piccolo riquadro contenente una semplice tabella, che metta a disposizione dati liberamente interpretabili ma preziosi per chi si voglia cimentare nella coltivazione? innanzitutto uno capisce subito se è in grado di avere condizioni adatte, ovviamente con una certa elasticità, poi si può far tesoro delle informazioni, per decidere come posizionare le piante e con l’innaffiatoio in mano se dare acqua o no.

Nicola, io per le Copiapoa e le Eriosyce della costa mi regolo evitando innaffiature quando le minime superano i 15°C e le massime superano i 25-27°C, poi dipende dalla circolazione d’aria e dalle previsioni del tempo, se prevedono aumenti di temperatura non annaffio. l’anno scorso ai primi di aprile era già troppo caldo, ma poi le temperature sono calate e ho potuto dare acqua anche a maggio. le Copiapoa sono più sensibili all’umidità quando si scaldano i vasi ed a volte ho avuto delle vere stragi, e non ho mai capito se la causa siano funghi, o le condizioni chimico-fisiche in cui si trovano le radici, propendo per queste ultime dimostrando l’inutilità di trattamenti anche preventivi con fungicidi, banditi nella mia serra. le Eulychnia gradiscono acqua anche in estate (vivono nelle fasce più nebbiose e non sempre adatte alle Copiapoa), ma se manca quella data al momento giusto, in inverno, le piante rimangono sempre disidratate e stentano a crescere.

ciao, Marco
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Mariangela » 24/11/2012, 15:39

Quello che Marco ha omesso di dire è che è circondato sì da tre donne, ma da tre donne meravigliose! :lol:

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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda nicor11 » 24/11/2012, 15:55

Grazie mille!!! Scusa se approfitto ancora della tua gentilezza e competenza ma a grandissime linee, se è possibile senza un post chilometrico, mi diresti solo più o meno quali sono le Eryoisice della costa?
Grazie mille
Saluti
NiCoLa
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda marcogiani » 24/11/2012, 18:26

telegrafico:
per Eriosyce della costa intendo tutte le Eriosyce in senso ampio, escluso: quelle del gruppo aurata (delle valli interne fino a 2000 m dove arriva anche il gelo), i Pyrrhocactus argentini (vivono coi Gymno), le Neoporteria del gruppo nidus (valli interne a sud) e gli Horridocactus tipo eriosyzioides e curvispinus e quelli più meridionali. le più sensibili ai danni da umidità estiva sono le Thelocephala, forse a causa della grossa radice tuberosa.
ciao,
Marco
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Agatha » 25/11/2012, 9:12

marcogiani ha scritto:grazie per gli apprezzamenti, Giovanni, Nicola, Milena e Agatha, sono lusingato dal rimprovero di Mariangela che conoscendomi sa anche della mia poca costanza e lentezza di pensiero, e della mia difficoltà a trovare momenti di concentrazione convivendo in un piccolo spazio con ben tre donne…
ci ho messo forse vent’anni ad elaborare e sperimentare queste cose, un po’ perché inizialmente condizionato da miti e tabù, e un po’ per la difficoltà a reperire le informazioni climatiche associate alle località, anche queste avvolte da misteri. ora questi dati sono più o meno facilmente disponibili, e sono lì per essere utilizzati, anzi dobbiamo utilizzarli. perché non associare agli articoli della nostra bella rivista che trattano di piante in habitat, un piccolo riquadro contenente una semplice tabella, che metta a disposizione dati liberamente interpretabili ma preziosi per chi si voglia cimentare nella coltivazione? innanzitutto uno capisce subito se è in grado di avere condizioni adatte, ovviamente con una certa elasticità, poi si può far tesoro delle informazioni, per decidere come posizionare le piante e con l’innaffiatoio in mano se dare acqua o no.
ciao, Marco


Ciao Marco,
da quando conosco la Cactus&co che propongo questa cosa, a Bologna ho rimbambito il Presidente :D
a parte questo, ma tu partecipi alla rivista? :roll:
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda nicor11 » 25/11/2012, 10:31

Grazie mille!!!!
Saluti
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda marcogiani » 25/11/2012, 14:15

Agatha, penso che non sia possibile dare indicazioni di coltivazione per tutte le specie citate negli articoli della rivista, sia per le diversissime condizioni che possiamo avere anche solo in Italia, sia perché spesso ci sono opinioni personali, discutibili e anche divergenti, per cui è meglio lasciare l’interpretazione alla sensibilità del coltivatore.
quello che intendo io è una tabellina semplicissima come questa:
clima Paposo.JPG


cioè dati che ognuno può elaborare con riferimento alle proprie condizioni climatiche locali.
per ottenere questa tabella con DIVA-GIS è necessario conoscere le coordinate del punto, per il resto è un semplice copia-incolla.
se Alberto vuole, posso contribuire a cercare questi dati, ma devo conoscere i punti perchè io conosco bene solo alcune zone.
sarebbe bellissimo anche aggiungere dati geologici, ma per fare questo ci vogliono conoscenze geologiche e dati difficilmente reperibili e interpretabili.

ciao, Marco
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda cmr » 25/11/2012, 18:51

Probabilmente mi ripeterò, ma non riesco a capire come interpretare e/o usare questi dati in funzione delle nostre collezioni.
Il clima nelle zone desertiche e/o tropicali è mediamente più costante delle condizioni climatiche della fascia climatica mediterranea cui apparteniamo, e questo si evince facilmente anche dalla tabella che Marco pubblica. In media circa 9 gradi di differenza tra giorno e notte nel corso di tutto l’anno nella zona indicata. Considerando i dati climatici di Roma (ad es.) facilmente reperibili in rete dove le differenze possono essere notevoli o minime e aggiungendo valori di umidità/piovosità impressionanti se paragonati ai valori cileni presi in considerazione e, proprio per non farci mancare nulla, sopradici fenomeni con punte di temperatura sotto zero e/o neve, mi convinco sempre più dell’ inutilità (per noi collezionisti) di questi dati, se non per fini didattici, e della loro macroscopica difficoltà di utilizzo in pratica.
Analogo discorso per la composizione geologica del suolo. Il suolo cileno è interessantissimo anche da questo punto di vista, ma come tradurlo in pratica nei nostri vasetti?
Ricordo di aver letto, tempo fa, un resoconto di un viaggio in Cile. Ai curiosi cacciatori di piante che chiedevano ad una signora quando fosse stata l’ultima volta che li aveva piovuto, questa rispose con sicurezza che era stato tre anni prima. Lo ricordava bene, perche quel giorno la figlia festeggiava il suo diciottesimo compleanno e ora aveva ventun’anni!
Provate a non annaffiare una pianta in vaso, su un terrazzo, a Roma, per tre anni.
Sono sempre più convinto che al di là di questi dati, quello che conta è l’esperienza che ciascuno di noi fa nel luogo dove coltiva le sue piante, provandole e testandole, adattando stili di coltivazione se necessario diversificati tra i vari generi, ma principalmente, coltivandole correttamente (ad es. con i consigli del saggio con barba bianca…).
Concludo come ho detto tante volte: non coltivo euphorbie, non perché non mi piacciano ma perché, nelle condizioni in cui posso coltivarle e che posso offrire loro, skiattano. Basta farsene una ragione (o farsi una serra!).
Semplicemente 8) .
Carlo.
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda giovangi » 25/11/2012, 20:22

Io comunque ieri ho bagnato e come al solito mi sono fatto prendere la mano e oltre ai due in questione ho dato acqua anche a qualche altro cactus, spero di aver indovinato quelli che quantomeno me lo perdoneranno.

Oggi dando un'occhiata ho riscontrato che un Gymno stellatum sembra aver gradito, un paio di Tricho-portainnesto pure, per il resto vedremo.

Se avrò perdite mi impegno a comunicarvelo ;)
Giovanni.
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Agatha » 25/11/2012, 21:43

ringrazio Marco e Carlo per le considerazioni e punti di vista esposti, da brava neofita leggo sempre con grande interesse le varie opinioni, sperando prima o poi di imparare meglio la coltivazione di questa e quella pianta :)
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda nicor11 » 26/11/2012, 5:48

Secondo me queste tabelle potrebbero essere inserite, ovviamente con tutte le debite avvertenze sul loro utilizzo, alla fine degli articoli della rivista in modo che uno si renda conto di come vivono in natura le nostre piantine. Secondo me invece lo studio di quando e come piove in natura potrebbe essere utile sopratutto se una specie presenta dei problemi di sopravvivenza a essere coltivata nella maniera standard, in modo tale che uno possa capire in quale combinazione di temperature è più opportuno annaffiare le piante e quando invece sembrerebbe risultare inutile se non dannoso.
Saluti
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda giovangi » 26/11/2012, 7:49

Trovo indubbiamente molto interessante il modo in cui le piante vivono (o sopravvivono) in natura.
Penso che (come è stato detto) questi possano essere anche un importante spunto per chi coltiva, ma il comportamento delle piante in coltivazione potrebbe essere diversissimo tra due specie che dividono lo stesso ristretto areale, e qui solo l'esperienza di coltivazione di qualcuno (che per giunta coltiva in condizioni climatiche paragonabili alle nostre) può venirci in aiuto prima della nostra stessa esperienza diretta.

Vorrei aggiungere un mio pensiero riguardo le specie che rischiano di scomparire. Cosa sappiamo di quante specie sono scomparse e quante ricomparse magari in una forma diversa prima che gli uomini iniziassero a classificare? Per me dovremmo limitarci a fare meno danni possibili (e pare che non sia facile) e lasciare che la natura segua il suo corso, o qualcuno vuole andare ad annaffiare le Copiapoa dove non piove da qualche anno? Forse se me ne trovassi una sotto gli occhi sarei anche tentato di farlo ma sarebbe giusto? Credo di dovermi limitare a interagire con le piante che coltivo, e già faccio abbastanda danni, ma in uno spazio ristretto, confinato, e altrimenti "vuoto".
Giovanni.
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda cmr » 26/11/2012, 11:32

nicor11 ha scritto:Secondo me queste tabelle potrebbero essere inserite, ovviamente con tutte le debite avvertenze sul loro utilizzo, alla fine degli articoli della rivista in modo che uno si renda conto di come vivono in natura le nostre piantine. Secondo me invece lo studio di quando e come piove in natura potrebbe essere utile sopratutto se una specie presenta dei problemi di sopravvivenza a essere coltivata nella maniera standard, in modo tale che uno possa capire in quale combinazione di temperature è più opportuno annaffiare le piante e quando invece sembrerebbe risultare inutile se non dannoso.


Copiapoa humilis, località tipo: Paposo, Cile (giusto la località di cui abbiamo, sopra, i dati).
Le pioggie (!) sono concentrate in giugno-luglio (il loro inverno e si parla di 4 - quattro !!!- millimetri) con temperature minime di circa 10 gradi e 20 di massima. Durante il resto dell'anno siamo vicini allo zero come pioggia.
Quale è la "combinazione di temperature" in cui è più opportuno annaffiare una Copiapoa humilis?

Non ci sono "specie che presentano problemi di sopravvivenza", ci sono le condizioni climatiche in cui loro vivono e quelle che noi abbiamo nel luogo dove coltiviamo: la bravura è far coincidere almeno quueste due variabili.
Carlo.
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Tom » 26/11/2012, 12:04

Scusatemi, io sono ignorantissimo su queste cose che riguardano gli habitat ed il desiderio di avvicinarsi il più possibile alle loro condizioni però una cosa che mi passa per la testa desidero dirla e se si rivelerà una sciocchezza me ne scuso in anticipo.
Mi pare che elemento importantissimo per il ciclo vegetativo sia la durata del fotoperiodo, da quello - e non solo dalle temperature - le piante "capiscono" in che stagione si trovano.
A questo punto il cercare di riprodurre le condizioni di habitat dovrebbe rendere indispensabile non solo la termoregolazione ma anche la durata del giorno/notte il che, immagino, si tradurrebbe nel dover oscurare o illuminare artificialmente per sincronizzare il tutto.
Certo, si può fare, basta avere una serra attrezzata a questo scopo e la disponibilità a spendere un bel po' di quattrini per raffreddare se c'è caldo, riscaldare se c'è freddo, illuminare se deve essere estate, etc...
A questo punto mi saprebbe più di laboratorio scientifico che non di hobby rilassante ma è soltanto la mia opinione ovviamente.
Ciao a tutti. :)
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda gavaldo » 26/11/2012, 12:52

Personalmente, trovo che gli approfondimenti di qualsiasi natura (climatici, geologici, ecc.) siano SEMPRE motivo di arricchimento.
Certo è che - e mi unisco a coloro che mi hanno preceduto in questa considerazione - quello che facciamo con le nostre amatissime piante siano (purtroppo) solo "tentativi di acclimatazione".
Non sempre vanno a buon fine... e rinuncio alle rebutie (marcite tutte), e secco ariocarpus di pochi mesi, e perdo molte cristate... e chissà quant'altro!!! :cry:
marcogiani ha scritto: penso che non sia possibile dare indicazioni di coltivazione [...] sia per le diversissime condizioni che possiamo avere anche solo in Italia, sia perché spesso ci sono opinioni personali, discutibili e anche divergenti, per cui è meglio lasciare l’interpretazione alla sensibilità del coltivatore.


... così quando ci "si picchia di faccia" si prova in un altro modo. :D
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda nicor11 » 26/11/2012, 15:16

Piante che faticano ad adattarsi a vivere in cattività se trattate nella maniere standard dei cactus ce ne sono molte, per non allontanarci troppo dalla zona di cui si sta parlando Erisyce (Rimacactus) laui, anche le Eriosyce propriamente dette aurata, ceratistes etc, per non parlare delle mia piante preferite Pediocactus, Sclerocactus ed alcuni Echinomastus. Io, ma ripeto è una mia libera interpretazione, con quei dati direi che converrebbe bagnarla quando ci sono temperature similari come in autunno o a fine inverno inizio primavera. E' ovvio che se uno fa questi calcoli si deve basare sul suo microclima, cercando, se c'è come fotoperiodo e temperatura, il periodo migliore per irrigare. Per esempio gli Sclerocactus hanno inverni gelidi e relativamente umidi,primavere secche estati torride di giorno fresche di notte con temporali a fine luglio Agosto e autunno secco. La mia personalissima ed opinabilissima teoria che sto provando direbbe che queste piante vadano irrigate nelle giornate più calde dell'inverno e fino a che le temp minime non superano i 15°C poi si lasciano a secco dando 2-3 volte acqua tra fine luglio e settembre e poi a secco fino a gennaio, sospendendo le annaffiature anche prima se si nota che le piante smettono di crescere. E' vero che insieme a queste piante vivono un gran numero di altre specie come Ferocactus, Echinocereus, Escobaria che non hanno problemi ad adattarsi facilmente ai metodi di coltura classica.
Saluti
NiCoLa
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda marcogiani » 27/11/2012, 8:58

la tabella dei dati climatici di Paposo contiene due tipi di informazioni:
un tipo sono i valori assoluti di temperature massime e minime e delle precipitazioni, valori medi misurati in un periodo anche abbastanza limitato tra il 1950 e il 2000, dati esenti da valori di picco estremi, ma che danno una valutazione quantitativa, da considerare con una certa tolleranza che deriva dall’esperienza, che mi può suggerire se rispetto al mio clima invernale devo riscaldare o no, e se d’estate devo ombreggiare o no, se devo bagnare poco o tanto, considerando altri fattori come la circolazione d’aria, l’esposizione ecc…, cioè il microclima che riesco a creare.
l’altro tipo di informazione è l’andamento relativo tra le temperature e le precipitazioni, che presenta un picco di precipitazioni in corrispondenza del minimo delle temperature (mese di luglio che nel nostro emisfero corrisponde a gennaio), e precipitazioni nulle in corrispondenza del massimo delle temperature per un periodo che va da metà primavera a metà autunno.
quest’ultima per me è stata una grande rivelazione, ah, se l’avessi scoperto dieci anni prima! quanti cadaveri, quanti dispiaceri e quante ferite al cuore mi sarei evitato, e quanto più belle sarebbero diventate le mie piante, questa non sarebbe filata e deformata, quella non avrebbe avuto bisogno di essere innestata.
sono solo numeri, che però ci dicono qualcosa di oggettivo, sono da leggere e non da ridicolizzare.
buona giornata… Marco
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda nicor11 » 27/11/2012, 9:08

Sono assolutamente d'accordo con te!!!
Saluti
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Tom » 27/11/2012, 9:49

marcogiani ha scritto:....sono solo numeri, che però ci dicono qualcosa di oggettivo, sono da leggere e non da ridicolizzare.

Spero questa tua osservazione non nasca dal mio post, se così fosse ti assicuro che non era assolutamente nelle mie intenzioni "ridicolizzare", anzi!
Chi ha queste competenze e riesce a darvi anche una qualche applicazione, gode della mia massima stima, intendevo soltanto dire che - a mio modestissimo avviso - si tratta di modalità di coltivazione che gli amatori medi vedrebbero più da laboratorio che non da balcone di casa, ciò non toglie nulla all'estremo interesse di ciò che scrivi e che sarò comunque ben lieto di leggere sempre.
Tom
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda nicor11 » 27/11/2012, 13:17

Non trovo che questo metodo di coltivazione sia poi così difficile da fare anche perchè l'unica cosa su cui puoi agire è l'acqua, per il fotoperiodo e la temp ti affidi a quella naturale. Se per esempio sai che una pianta riceve acqua quando i giorni si allungano e con temp minime sotto i 15°C la bagni quando da te ci sono queste caratteristiche, non importa se dalle tabelle è gennaio, marzo etc. Per carità io ho pochissime piante e la cosa non mi pesa ma se uno ha una grossa collezione il tutto è molto più complesso.
Saluti
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda marcogiani » 27/11/2012, 14:09

ho usato una parola sbagliata, sicuramente "banalizzare" rende meglio il mio pensiero, non era una critica indirizzata a te Tom, ma volevo solo intendere che non sono i numeri del lotto.
come anche Nicola sottolinea non ci vogliono impianti particolari o attrezzature, è solo questione di individuare i tempi giusti.
ciao,
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Re: Cactus già disidratati, cosa fare?

Messaggioda Mariangela » 28/11/2012, 16:13

Ho visto solo ora la tabella di Marco. Eh, che volete non riesco a vedere tutto nonostante mi abbiano aggiustato benissimo gli occhi! :roll: Ne ho uno quasi "bionico". Uno, solo, per l'altro avevano finito i pezzi di ricambio. :lol:
Io trovo che sarebbe interessante avere tabelle così sulla rivista, non tanto perchè se ne possa fare un uso pratico, (ricordate la storiella di Rowley della signora che telefona in Messico prima di bagnare le sue piante? :D), quanto piuttosto perchè ci permetterebbe di conoscere meglio la situazione ambientale nella quale vivono le nostre creature. Lo stesso dicasi per la geologia del luogo. Sarebbe, insomma, cultura!
Ci pensiamo. Non sarà sempre facilmente realizzabile. Gli articoli sono spesso, volutamente, ambigui sulle località.

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