dopo l'avvio dato da Nicola, da quanto vedo è stata contagiosa la tentazione di testare la reazione di piante cilene di vari generi alle innaffiature invernali, in diverse zone d'Italia, nonostante le forti differenze climatiche.
anche con poche gocce d'acqua, già il giorno dopo si è potuto notare il gradimento delle piante, le cui radici erano pronte ad assorbire e sfruttare l'opportunità che in natura è un evento raro.
bellissime le tue piante, Bruno, addirittura alla pioggia, il rigonfiamento è evidente nelle Eriosyce, nelle Copiapoa e nelle Eulychnia (che ora vedo più idratate di un'altra foto tua che ho visto da qualche parte). e scommetto che quando ti arriveranno le fioriture di Eriosyce, te ne innamorerai perdutamente...
ma la domanda allora è: a cosa giova innaffiare in inverno, rischiando congelamenti o marciumi, piuttosto che nelle stagioni canoniche, con clima più rassicurante?
escluderei l'opzione congelamento, cioè non rischierei se il pericolo fosse reale, o in tal caso ci si potrebbe limitare a poche gocce nelle giornate più calde, ma le piante rischiano comunque se le temperature scendono sotto i -2/-3°C.
considero poco probabile invece il problema dei marciumi, anche con innaffiature con temperature di +2/+3°C che hanno mantenuto il terriccio umido anche per una settimana o più, non ho avuto perdite su centinaia di piante grandi e piccole, se non per pochissimi semenzali già malmessi per altri motivi (scottature della scorsa estate).
il vantaggio di queste innaffiature è che preparano la pianta, perfettamente idratata con i suoi tessuti gonfi e distesi, alla stagione di crescita che già si può intuire con l'allungamento delle giornate.
le piante in queste condizioni, innaffiate fino a marzo-aprile, sempre che non ci sia concomitanza con temperature elevate (sopra i 25° circa nel mio clima), sono pronte anche ad affrontare la stagione estiva completamente asciutta, ed attendere le annaffiature di ottobre-novembre per cominciare a reidratarsi.
Esperimento: Le stagioni di Copiapoa solarisun esempio di questo regime di crescita, che ricalca quello delle piante in habitat, è dato da questa pianta che ho fotografato in diversi momenti a partire dallo scorso aprile 2012.
nonostante numerosi tentativi da molti anni, non sono mai riuscito ad avere piante di C. solaris in così buona salute, e soprattutto di riuscire a portarle a queste dimensioni (5 cm quasi) senza che marcissero, prima di convincermi ad cambiare metodo.
aprile 2012, in crescita primaverile:
giugno 2012, già all'asciutto ad inizio estate:
settembre 2012, dopo il caldo asciutto estivo:
dicembre 2012, in fase di reidratazione, dopo leggere innaffiature autunnali:
febbraio 2013, turgida e pronta alla crescita dopo innaffiature invernali:
ciao,
Marco