Buonasera a tutti
Seguendo l'invito di Aurora, vorrei provare a riassumere qui anche le mie esperienze, che da un paio d'anni sono solo più concentrate alla
semina delle asclepiadacee succulente, quelle del gruppo Stapeliads, per intenderci, e nello specifico Caralluma, Huernia, Hoodia, Orbea e Stapelia.
La parte più difficile è proprio il reperimento dei semi (almeno per me) dacchè il mercato attuale non offre molto assortimento, e l'impollinazione manuale di queste piante mi è ancora sconosciuta¦ ma questa è un'altra storia.
Non dispongo di un germinatoio, ma ho la fortuna di avere una finestra rivolta a sud ovest dotata di un comodo davanzale con termosifone sottostante che ne svolge egregiamente la funzione.
Il periodo migliore per la semina, nelle mie condizioni, è quello che va da metà febbraio a tutto aprile. Ho pensato più volte di cominciare in ottobre, ma non illuminando artificialmente, temo che le ore di luce disponibili in questo periodo dell'anno non siano sufficienti per garantire uno sviluppo "compatto" delle giovani plantule. Per contro, semine effettuate in periodi successivi ad aprile, pur beneficiando di molte più ore di luce, non hanno lo stesso vigore di quelle effettuate nei mesi precedenti, anche se la temperatura esterna garantisce più o meno gli stessi valori che si hanno in casa con l'uso dei termosifoni.
Preparo
la composta per la semina utilizzando in parti uguali terriccio universale e lapillo e/o pomice. Credo sia utile setacciare il terriccio (nuovo, direttamente dal sacco, così è già sterilizzato) per eliminare tutte le parti grossolane quali potrebbero essere resti di rametti o parti stoppose, e preferisco setacciare anche l'inerte, così utilizzo la parte fine in miscuglio con la terra, e quella più grossolana da mettere come fondo drenante nei vasetti di semina. Questa è la miscela base che finora ho utilizzato per tutte le semine che ho effettuato, e sempre con risultanti soddisfacenti; l'unica eccezione l'ho fatta quest'anno dacché per la prima volta ho seminato 2 specie di Pseudolithos e seguendo i suggerimenti del forum per questo genere di piante ho usato puro lapillo (eccezion fatta per 1 solo semino, che ho voluto comunque provare a seminare nella "mia" composta, sono un po' testarda¦

)
Come
contenitori per la semina, riciclo tutti i vasetti in plastica nei quali ci compro le piantine nel corso dell'anno, ovviamente dopo averli lavati bene. L'ideale sono quelli tondi del diametro di cm. 5,5, oppure quelli quadrati cm.5x5 che vado poi a sistemare nelle vaschette bianche in plastica nelle quali si trovano le mozzarelle al banco della gastronomia nei supermercati, ce ne stanno fino a 20, tutti ben in ordine. E' ovvio che in mancanza di questi "contenitori ideali", tutto può essere adattato all'uso: dai vasetti dello yoghurt alle vaschettine della Philadelphia, forse un po' meno i bicchierini da caffè perché si deteriorano più facilmente.
Dopo aver disposto nella vaschetta i vasetti con la composta, comincio con il versare un dito d'acqua sul fondo della vaschetta stessa, acqua che poco per volta vado ad aggiungere fino a quando non vedo il terriccio luccicare in superficie ad indicare che tutta la composta è ben bagnata, dopodichè tolgo eventuale acqua in eccesso ancora sul fondo, che tanto non verrà più assorbita.
Nel frattempo mi sono preparata delle etichette adesive (normali etichette bianche) con tutti i dati essenziali: genere, specie, data di semina, eventuali dati di località , fornitore¦ e chi più ne ha, più ne metta ¦. Qualcuno starà pensando che l'etichetta di carta è un po' troppo effimera per lo scopo, ma vi posso assicurare che non ho mai avuto problemi, sia perché non bagnando dall'alto rimane sempre asciutta, e sia perché essendo i vasi all'interno della vaschetta, non ricevono i raggi diretti del sole che potrebbero scolorirne le scritte. In ogni caso, per sicurezza, io tengo sempre nota di quanto ho seminato sulla mia mitica agenda fac-totum (praticamente la succursale del mio cervello), dove ricopio i dati riportati in etichetta.
Ed è a questo punto che può cominciare
la semina. Prendo i miei bei semini dal contenitore nel frigo (conservo in frigorifero una scatola con tutte le bustine, come da suggerimento di un esperto in materia) e li dispongo semplicemente adagiati sulla superficie del vaso, né interrandoli, né pressandoli. Attacco l'etichetta corrispondente ed il gioco è fatto.
A questo punto copro la vaschetta con un foglio di nylon appena un po' più largo della sua superficie, in modo da poterlo fissare ai 4 lati con delle piccole mollette (quelle piccoline, in legno, che si usano per attaccare i bigliettini ai regali di Natale o ai mazzi di fiori, sono l'ideale) e comincio a sperare che vada tutto bene¦
Di solito nel giro di 4 o 5 giorni germogliano i primi semi. In questo lasso di tempo, fin quando non avviene la germinazione, bisogna cercare di trattenersi dallo scoprire la vaschetta per curiosare, anche se la condensa che si forma impedisce una visuale perfetta (magari basta dare un colpettino con le dita per far cadere le gocce e tanto basta già per vedere se ci sono delle novità ) : in questo modo si mantiene l'umidità necessaria perché tutto vada per il meglio.
Dopo che le nascite sono iniziate, si può tranquillamente togliere il nylon per eseguire queste importanti operazioni:
- togliere ove possibile i cappuccetti vuoti dei semi, per evitare che possano favorire il sorgere di qualche muffa
- interrare con l'aiuto di uno stuzzicadenti le piantine che restano troppo a lungo con la radichetta all'aria senza riuscire ad interrarsi da sole
- asciugare la condensa dal nylon
Fatto questo, il nylon va rimesso. Di solito mi comporto così per una decina di giorni dalla nascita. Nel caso dovessi accorgermi dell'insorgere di qualche tipo di
muffa (a volte capita che si formino dei filamenti, tipo ragnatele, sulla superficie del terriccio), per prima cosa la tolgo con l'aiuto di uno stuzzicadenti o di un cotton fioc, poi, se la cosa persiste lascio le semine scoperte togliendo del tutto il nylon. In questo caso è bene controllare che non si secchi il terriccio, e se necessario mettere un po' d'acqua sul fondo della vaschetta o nebulizzare direttamente dall'alto con uno spruzzatore a getto sottile. Nel caso sia stato necessario togliere il nylon dalla vaschetta prima che in tutti i vasetti sia avvenuta la germinazione, si possono mettere i ritardatari in un sacchettino a parte per continuare a mantenere una umidità più alta.
A mano a mano che le plantule crescono, succede che tendano un po' a piegarsi: in questo caso è utile aggiungere un piccolo strato di lapillo (lo preferisco alla pomice, ma è adatta anche questa) sulla superficie del terriccio, poco per volta, con l'uso di un cucchiaino, così da creare un sostegno e per cominciare poi ad innaffiare dall'alto senza rischiare di scalzarle.
Di solito
rinvaso le piantine singolarmente nell'anno successivo alla nascita, ma piante particolarmente vigorose possono essere ripichettate anche prima.
E' tutto: in pratica è più "complicato" da dire, che da fare
